Con mio grande stupore oggi ho appreso che il calcio non è lo sport più praticato al mondo. Sarà il basket, direte voi. O forse il tennis, o il nuoto o ancora l’hockey. Nossignori, niente di tutto ciò: lo sport più diffuso è il golf, con i suoi sessanta milioni di praticanti nel mondo. Ma dove si cela la storia di rifiuti, in questo caso? Semplicemente dietro il simbolo di questo sport, ovvero la pallina da golf, la più venduta al mondo. Pallina, come forse già saprete, di plastica. E così, ogni anno, milioni e milioni di palline da golf vengono perdute, seminando tonnellate di plastica qua e là. A tal proposito lo scorso anno destò grande stupore la scoperta, da parte di una troupe americana che indagava sul mostro di Loch Ness, di un vero e proprio “arsenale” di palline di plastica adagiato sul fondale del lago. “All’inizio ce n’erano così tante che pensavamo fossero funghi di mare – racconta il capo della troupe – ma poi, quando abbiamo avvicinato la telecamera, siamo rimasto sorpresi nel vedere che di fatto erano palline da golf!”. Fortunatamente c’è chi non si è arreso a questo spreco e ha deciso di fare del recupero delle palline da golf la propria professione. È il caso di David Roston, fondatore della Lakeballs, azienda che si occupa del recupero delle palline da golf da fiumi e laghi di tutto il mondo. Fortunatamente non è l’unico aiuto che il mondo del golf dà all’ambiente, visto che ormai da qualche anno, come ci informa il blog www.ecostyle24.it, sono in commercio palline da golf biodegradabili, che a contatto con l’acqua si sciolgono in 24 ore rilasciando il contenuto interno, fatto completamente di cibo per pesci. Per ultimo vorrei segnalare questa splendida opera d’arte creata con vecchie mazze da golf: l’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, di come la creatività ben si sposi con il riciclo.
(Gianluca Carta, 12/10/2010)
Read Full Post »